Ex Canonica Chiesa San Vito Piossasco

Antico Monastero

Associazione Vorona Verde Di san Vito

Associazione Vorona Verde Di san Vito

Da manuale Dell’associazione Corona Verde di San Vito

Immagini e foto Franco Mottura testi di Gianfranco Martinatto

Salendo la scala posta sul fianco dell’abside si poteva raggiungere l’attigua Canonica

Ex Canonica, Antico Monastero Chiesa San Vito Piossasco

Ex Canonica, Antico Monastero Chiesa San Vito Piossasco

EX Canonica

Questa fu originariamente Convento dei Monaci Benedettini; il convento sorse attorno all’anno 1000 ad opera degli stessi monaci che realizzarono la primitiva chiesetta.

Il Monastero di San Vito fu sempre un Priorato, cioè il superiore portava il titolo di Priore e non quello di Abate. 

Il Priore quindi dipendeva da un Abate.

In un primo tempo appartenne all’Abbazia di San Solutore di Torino (anno 1006), in seguito (prima del 1183) passò in dote al Monastero degli Agostiniani di Rivalta.

Attorno al 1250 il Papa Alessandro IV soppresse tale monastero ed assegnò quella chiesa con tutte le sue rendite ai Monaci Cistercensi, i quali giunsero sui nostri territori attorno al 1266.

Cistercensi

I Cistercensi erano monaci benedettini che accettarono la riforma attuata da San Roberto di Molesme che nel 1098 fondò in Francia il monastero di Citeaux (in latino Cestercium, da cui Cistercensi).

Attorno all’anno 1300 nacque un contenzioso tra i Piossasco e l’Abbazia di Rivalta a proposito del pagamento delle decime.

Con una transazione del 1301 si convenne che i Piossasco avrebbero pagato le decime alla chiesa di San Vito e a quella di San Pietro e non più a quella di Rivalta.

La questione, con altre problematiche, continuò però a lungo fin quando nel 1450 il Duca di Savoia Amedeo VIII stabilì che le chiese di Piossasco, ed altre, fossero in perpetuo del Vescovo di Torino e dei suoi successori. I monaci dovevano pertanto allontanarsi da San Vito e ritirarsi in altri monasteri.

L’ultimo priore cistercense Gabriele De Buri scelse però di non abbandonare Piossasco e chiese al Vescovo di “essere ridotto al secolo”, diventando così il primo parroco (dal 1452 al 1487) della neonata parrocchia di San Vito (anno 1461).

Ridurre al secolo:

espressione per indicare coloro che abbandonano un ordine religioso vincolato ad una Regola, e passano alle dipendenze del Vescovo nelle fila del clero diocesano. 

Dal momento in cui la chiesa divenne Parrocchia, la struttura monastica venne utilizzata come canonica; è ciò fino al 1973, quando venne costruito il nuovo complesso religioso dei Santi Apostoli in località Marchile, su progetto degli architetti Gabetti, Isola, Re.

(Nel 1973 era parroco don Paolo Rosso)

Dal 4 febbraio 1984 l’edificio è utilizzato come Casa di Preghiera dalla Comunità dei Padri Camilliani (fin nel mese di luglio 2017 con Padre Domenico Lovera, poi con Padre Gianfranco Lovera)

Al primo piano della canonica si trova un affresco di scuola Jaqueriana, databile intorno al 1460, rappresentante una passione di Cristo e alcuni santi di notevole fattura.

Ne vedremo una riproduzione nella sacrestia.

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