Il Piazzale
Da manuale Dell’associazione Corona Verde di San Vito
Immagini e foto Franco Mottura testi di Gianfranco Martinatto
Il piazzale che fiancheggia la parete sud della chiesa fu costruito tra il 1882 e il 1883. Nella zona centrale della piazza ed attigua al terrazzamento a fianco della chiesa, si trovava il cimitero.
Il cimitero venne ricollocato nel 1782 in regione San Giacomo, tra il Marchile e la Borgata; quindi nel 1836 venne trasferito in modo definitivo in località San Bernardo in cui si trova tuttora.
FACCIATA DELL’EX PARROCCHIALE
L’ampliamento della chiesa avvenne gradualmente attraverso i secoli, prolungando in avanti le navate. Nel periodo compreso tra il 1692 e il 1699, la chiesa subì, al pari di altri edifici religiosi, la profanazione da parte di diversi eserciti di passaggio.
L’assetto planimetrico definitivo, corrispondente a quello odierno, venne raggiunto alla fine del XVI secolo. L’interno era ancora tutto da completare.
L’attuale facciata, in mattoni a vista con statue, fu edificata nel 1886, quand’era parroco il vicario Don Giovanni BERNERO.
La data del 1886 è scolpita sullo scudo marmoreo retto dagli angeli a coronamento del portale di ingresso.
Sul colmo del timpano si innalza la statua della fede, con la croce e il calice, affiancata dai due angeli, al centro del timpano, c’è il tondo con la rappresentazione di Dio Padre, sulle volute laterali sono, a sinistra, la speranza con l’ancora; a destra, la statua della carità che accoglie data i bambini orfani.
Nella nicchia
Centrale alta, sopra il portale è la statua di San Vito circondato dagli angeli; nelle nicchie ai lati del portale sono poste le statue di San Modesto e Santa Crescenza, i due tutori di San Vito
Fede, Speranze e Carità: le Virtù Teologali.
Per la dottrina cristiana le virtù teologali consentono all’uomo di avvicinarsi a Dio. Esse sono tre ed assumono un’evidenza trinaria, consentendo all’umanità di proiettarsi nel mistero più alto.
In origine le tre virtù teologali – Fede, Speranza e Carità – sembrano assumere caratteristiche simili alle tre grazie (le greche Cariti: Aglaia, Eufrosine, Talia) , in quanto agiscono insieme per la felicità dell’uomo che si pone al di là della giornata terrena. Sono sempre rappresentate come giovani figure femminili.
Alle statue che le rappresentano viene assegnato spesso il ruolo iconografico di sormontare la facciata delle chiese. La Fede è posta al centro, con gli attributi del calice e della Croce.
Accanto a sé, la Fede reca la Carità – molto spesso rappresentata come una giovane che soccorre gli orfani – e la Speranza, che reca l’attributo di una un’ancora, a dimostrazione dell’attesa dell’Unione a Dio in un approdo che non lascia il fedele in preda delle onde, così com’era per gli antichi naviganti il raggiungimento di un porto sicuro.
“ Prima lettera di San Paolo ai Corinzi, Cap. 13, vers. 13:
Queste dunque le tre cose che rimangono:
la fede, la speranza e la carità; ma la più grande di tutte è la carità ! “
Dal Catechismo della Chiesa cattolica:
“Le virtù umane si radicano nelle virtù teologali, le quali rendono le facoltà dell’uomo idonee alla partecipazione alla natura divina. Le virtù teologali, infatti, si riferiscono direttamente a Dio.
Esse dispongono i cristiani a vivere in relazione con la Santissima Trinità. Hanno come origine, causa ed oggetto Dio Uno e Trino”
L’architrave del portale d’ingresso e il sovrastante scudo marmoreo sono ornati da conchiglie. Numerose altre conchiglie sono visibili all’interno della chiesa, dipinte sui pilastri o in stucco sugli altari.