NAVATA LATERALE SINISTRA
Da manuale Dell’associazione Corona Verde di San Vito
Immagini e foto Franco Mottura testi di Gianfranco Martinatto
CAPPELLA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
E’ conosciuta anche con il nome di “Cappella Gentilizia” in quanto i Conti di Piossasco avevano diritto di essere sepolti nella tomba che si apriva nel pavimento davanti all’altare.
L’icona rappresenta la Madonna Immacolata con ai suoi piedi un frate francescano rappresentante Sant’Antonio da Padova, riconoscibile per l’attributo iconografico del giglio bianco.
Per questo motivo, l’altare era anche detto di Sant’Antonio da Padova.
A questo santo era dedicato il Convento Vecchio ubicato nel sito in cui trovasi oggi il Poliambulatorio Magenta (ex scuola materna Pro-Pueritia).
La rappresentazione della Madonna trae ispirazione da due brani biblici: Genesi 3,15 (il serpente) e l’Apocalisse 12,1 (la corona di dodici stelle e la luna).
Sulla sinistra un santo martire (San Vittorio?) della Legione Tebea (sull’armatura è dipinta la Croce Mauriziana; San Maurizio fu il comandante della Legione Tebea).
LA VIA CRUCIS
Via Crucis donata dal Conte Gian Michele di Piossasco de’ Rossi dopo le guerre di fine seicento. Trattasi del committente che iniziò, senza averlo mai ultimato, il Palazzo De Rossi, collocato a monte del Castello dei Nove Merli.
ALTARE DEL SACRO CUORE DI GESU’
L’altare del Sacro Cuore di Gesù, con l’altare della Sacra Famiglia, è uno dei più ricchi sotto il profilo estetico-architettonico.
La tela, de pittore Nino Pirlato di Racconigi, rappresenta il Sacro Cuore di Gesù e Santa Margherita Maria Alacoque.
La diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù si ebbe dalle rivelazioni private della visitandina Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) che insieme a San Claude de la Colombière ne propagarono il culto.
ALTARE DELLA SACRA FAMIGLIA
L’icona collocata sopra l’altare è di un certo Stura, pittore di Torino; si tratta di una interessante composizione pittorica che merita attenzione. La tela presenta una duplice valenza iconografica: sull’asse orizzontale la Sacra Famiglia di Nazareth, sull’asse verticale la Santissima Trinità.
ALTARE DEL SS. CROCIFISSO
Al primo altare della navata laterale sinistra, si può osservare il dipinto: Tobia e l’Angelo, databile intorno al 1750, attribuito alla cerchia operante nella scuola del Beaumont (Carlo Francesco Beaumont).
Il nome dell’altare deriva dal fatto che originariamente vi era collocato il quadro del SS. Crocifisso (ora, dopo l’incendio, in un locale della Chiesa Santi Apostoli). Il dipinto con Tobia e l’Angelo era invece collocato sopra alla porta della sacrestia
Nel quadro si osserva il giovane Tobia, guidato dall’Arcangelo Raffaele, durante il suo viaggio, come narrato nella Bibbia.
Dal libro di Tobia – Antico Testamento.
Episodio collocabile nel secolo VII a.C.
Tobi, pio israelita, cade in povertà e perde la vista proprio in occasione di un’opera di carità.
Addormentato presso un muro, caddero dall’alto escrementi di passeri che colpirono i suoi occhi rendendoli ciechi.
Tobi cade in povertà, si dispera e chiede a Dio di morire.
Dio, ascolta la preghiera di Tobi e manda l’arcangelo Raffaele, in forma umana, ad accompagnare Tobia, figlio di Tobi, a riscuotere un credito in un’altra città dove viveva Sara, figlia di Raguele sua parente.
Durante il lungo viaggio Raffaele protegge Tobia dall’attacco di un pesce e gli indica il modo per prelevare il fiele dallo stesso pesce che gli servirà a guarire il padre dalla cecità.
Giunto a destinazione Tobia avrà modo di conoscere Sara, la quale era disperata perché era già rimasta vedova sette volte nella prima notte di matrimonio e anch’essa aveva chiesto a Dio di morire.
Seguendo le istruzioni dell’arcangelo Raffaele, Tobia, sposa comunque Sara, vince il demonio ed eleva una bella preghiera a Dio.
Tobia torna infine dal padre e lo guarirà come indicato dall’angelo. (dal libro di Tobia).