SAN VITO
15 giugno
Da manuale Dell’associazione Corona Verde di San Vito
Immagini e foto Franco Mottura testi di Gianfranco Martinatto
Secolo III-IV
Emblema: palma
San Vito è uno dei santi più popolari del Medioevo.
Ne è testimonianza anche il suo inserimento nel ristretto gruppo dei 14 Santi Ausiliatori, i santi la cui intercessione veniva ritenuta particolarmente efficace, in occasione di malattie o di particolari necessità (i Santi Ausiliatori erano Acacio, Barbara, Biagio, Caterina d’Alessandria, Ciriaco, Cristoforo, Dionigi, Egidio, Erasmo, Eustachio, Giorgio, Margherita, Pantaleone e Vito).
San Vito veniva invocato soprattutto per scongiurare la corea, o ballo di S. Vito, la letargia e il morso di bestie velenose e idrofobe.
La figura di San Vito è stata avvolta dalla leggenda, che si è concretizzata nella fantasiosa “Passione” redatta nel secolo VII, ed ora è impossibile distinguere ciò che soltanto leggendario e ciò che è realmente accaduto.
E’ in questo spirito che gli esperti che hanno redatto il Calendario riformato hanno stilato a proposito del 15 giugno la seguente nota: “La memoria di San Vito, martire in Lucania, benché antica, viene riservata ai calendari particolari.
La leggenda
Racconta che Vito, siciliano di nascita (San Vito Lo Capo), orfano di madre, ad appena sette anni è cristiano convinto e comincia ad operare vari prodigi. Il preside Valeriano ne ordina l’arresto e tenta con lusinghe e minacce di farlo apostatare. Ma a nulla servono neppure gli appassionati appelli di suo padre Hila pagano accanito.
Il piccolo Vito ha infatti al suo fianco, esempio di coraggio e di fedeltà, il proprio pedagogo Modesto e la nutrice Crescenzia
I tre prodigiosamente liberati da un angelo, possono ritirarsi in Lucania, dove continuano a rendere testimonianza della loro fede con la parola e con i prodigi.
La fama di Vito giunge fino alle orecchie di Diocleziano, il cui figlio è ammalato di epilessia. Vito, fatto giungere a Roma, guarisce il suo coetaneo e per tutta ricompensa viene fatto torturare e nuovamente gettato in carcere.
Ma l’angelo lo libera e finalmente, tornato in Lucania, Vito darà, insieme a Modesto e Crescenza, la suprema testimonianza del martirio.
La Passione narra che dopo innumerevoli torture, comparvero degli angeli che li liberarono e li trasportarono presso il fiume Sele, dove essi ormai sfiniti dalle torture subite, morirono il 15 giugno 303.
Vito aveva tra i 12 anni e i 15 anni.
La devozione per San Vito si diffonde molto rapidamente, soprattutto nel Medioevo.
Lungo le vie della fede, si propaga in tutta la penisola da sud al nord, valicando le Alpi e propagandosi in Francia, nel Centro e Nord Europa.
In Piemonte sono molte le chiese e cappelle dedicate a San Vito, soprattutto in Provincia di Torino e nelle Valli di Lanzo in modo particolare.