Villa Luzzati e Primo Levi

Primo Levi ha avuto con Piossasco un rapporto particolare. Dalla sua prima infanzia fino agli inizi degli anni quaranta del novecento, era consuetudine della sua famiglia passare le vacanze estive a Piossasco presso la villa dei nonni materni: Adele e Cesare Luzzati.

Solo nella biografia scritta da Ian Thomson si trovano alcune pagine che riguardano tale periodo. Le informazioni raccolte nel contesto familiare e tra i testimoni del luogo aggiungono un ulteriore tassello a questo aspetto misconosciuto della vita dello scrittore.

Vi ha contribuito in particolare con la sua personale testimonianza Alma Luzzati, cugina di Levi. suo padre fu l’ultimo Luzzati a possedere la villa dei soggiorni estivi dello scrittore. Primo nasce a Torino il 31 luglio 1919 da Cesare Levi ed Ester Luzzati.

Gli viene imposto questo nome per essere stato il capofila fra i cugini della famiglia. Anche Anna Maria, la sorella più giovane, soggiornerà spesso al seguito della mamma a Piossasco. come ricorda anche il Thomson, vi rimanevano fino all’autunno.

Propensione per le scienze

Le passeggiate nei prati e nei boschi, le ascese sul vicino S. Valeriano e sul S. Giorgio, la caccia a lucertole, la pesca di ranocchie nella bealera superiore, erano suoi passatempi preferiti.

La sua propensione per le scienze muoveva i primi passi. Settembre, era il periodo della raccolta della frutta e della vendemmia.

Una festa per un ragazzo “cittadino”. in compagnia dei cugini faceva delle mascherate con la barba delle pannocchie di Granoturco. La famiglia Luzzati ha molto amato la villa di Piossasco.

Alma Luzza ti ricorda questi soggiorni, le camminate fino alla cava, quelle sulla sommità del S.Giorgio e ai ruderi dei castelli ma anche le semplici arrampicate, con la sorella più giovane e i cugini, sul vecchio albero di nespole.

In quegli anni, l’uomo di fiducia alla villa era Clemente Bruno per tutti u Clemènt. Il nonno lo stimava molto; spesso svolgevano insieme lavori di manutenzione. Anche Primo aveva grande ammirazione per questo tuttofare: ricordava in particolare il suono dei suoi zoccoli sulla ghiaia del giardino nel silenzio del mattino.

Questi aveva una figlia, Maria, che spesso si recava a Torino per sostituire, Silvia, la sua tata. Cesare Luzzati era nato nel 1865 a Casale Monferrato da una umile famiglia. Primo da bambino, aveva un timore reverenziale il nonno.

Con il suo homburg nero sul capo, non era mai prodigo di parole. Adele Della Torre, la nonna, era nata nel 1867 ad Alessandria. Suo padre possedeva una conceria. Di lei, Primo ne fa un ritratto rigoroso: scerva da stupidaggini, rapida di lingua e mente occulta dell’attività commerciale di famiglia. ebbero sei figli.

I Luzzati

I Luzzati avevano un negozio di tessuti di qualità in Torino. inizialmente al 37 della vecchia via Roma, dal 1931, poi trasferito in piazza S.Carlo. Primo lo frequentava spesso. Del personale ricorderà inseguito la giovanile infatuazione per la cassiera, la signorina Savini.

Dai Levi c’era a servizio una ragazza, Veneta, di nome Giovanna; molto ben voluta, questa assistette con dedizione il padre di Primo nella sua lunga malattia. anche lei seguiva la famiglia a Piossasco nel periodo estivo. qui conobbe luigi bruno, figlio di Clemènt che, in paese, era conosciuto semplicemente come “u Vigin ‘d Luzzati”.

I due si sposarono e lei rimase a Piossasco. divenne così la “Gioana du Vigin ‘d Luzzati”.

Quando Primo Levi presentò a Torino il suo libro “Se questo È un uomo”, summa delle sofferenze dei lager, presso il teatro Carignano, invitò anche Giovanna a riconoscimento di quanto lei era stata importante per la sua famiglia. Sui soggiorni di Primo a Piossasco abbiamo anche la testimonianza di Giovanna Colombaro.

La sua famiglia era a mezzadria presso villa Schaeffer, confinante con i Luzzati. in quegli anni, lei ragazzina, portava le mucche al pascolo nel prato lungo il rio di confine. Con Primo ebbe modo di conversare attraverso la siepe, come fanno spesso i ragazzi in cerca d’amicizia.

Anche Mario Cattelino rimane un testimone, quasi inconsapevole, dei soggiorni piossaschesi di Primo Levi. Nell’estate del 1939 o 1940, con un amico si trovò nella proprietà dei Luzzati. Un ragazzo li accolse e li accompagnò in una stanza dove teneva vari animali catturati, sotto formalina.

Con compiacimento fece dimostrazione per i suoi piccoli ospiti, di quanto aveva sperimentato con l’elettricità, come un novello Alessandro Volta. quel che per i due era semplicemente un compagno di giochi in una giornata speciale, in realtà come confermano i discendenti della famiglia Luzzati, era Primo: il Levi amante delle scienze e della chimica a cui ritornerà nella vita e nelle sue opere, dopo aver dato testimonianza di come l’umanità si era a metà novecento abbruttita.

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