Piossasco Accesso a Pinerolo per ORBASSANO
Ampia strada, con lunghi tratti a quattro corsie, che si snoda per km 38,7 nella pianura a SO di Torino costeggiando poi, come tratto della Statale 589 dei Laghi di Avigliana, le propaggini della catena alpina, in un continuo succedersi di stupende vedute.
Si esce da Torino percorrendo corso Orbassano sino al suo termine, lasciando a sinistra i grandi impianti della Fiat Mirafiori.
Allo svincolo del Drosso-Mirafiori si imbocca il raccordo autostradale per Pinerolo che si percorre sino a Volvera: qui, presso la barocca cappella Pilotti, si lascia l’autostrada e si segue la strada che collega Volvera a Piossasco.
Sulla sinistra si nota la cascina Fernesa, imponente edificio rurale del XVII secolo (è esatta la data?), appartenuto a Filiberto Piossasco-De Feyes,(Feys) gravemente danneggiato nella battaglia della Marsaglia del 1693. Scavalcata la circonvallazione, si svolta sulla strada per Pinerolo.
PIOSSASCO
Il monte San Giorgio, m 837, si alza repentinamente dalla pianura e domina Piossasco.
Dalla sua cima, la città (o paese?) si presenta come il punto di passaggio tra l’area urbana di Torino e le campagne del Pinerolese.
Il primo nucleo di Piossasco, il Borgo di Piazza o di San Vito, sorse a ridosso del Ricetto, un’estesa cerchia muraria fortificata di forma ovoidale al cui interno furono eretti, in periodi diversi, tre “castelli” (in realtà semplici caseforti o palazzi).
Il più antico, Castellaccio o Gran Merlone, risalente almeno al X secolo, situato nella posizione più elevata (m. 457), fu distrutto dal generale (a volte è citato come maresciallo) Catinat in occasione della Battaglia della Marsaglia.
I ruderi sono raggiungibili a piedi, partendo da San Vito e seguendo la via Rapida ai Castelli. Poco a valle, c’è il Palazzo Piossasco-De Rossi del XVII-XVIII secolo, rimasto incompiuto (non avvicinabile, in quanto sorge in una proprietà privata).
Più in basso e ben visibile, il castello dei Nove Merli, costruito probabilmente nel XIV secolo, ma ampiamente rimaneggiato e caratterizzato da una torre di recente costruzione; oggi ospita un ristorante.
Le edificazioni attestano l’affermazione, dall’oscurità delle origini alla fama del XIII secolo, della famiglia dei Piossasco, una delle più importanti del Piemonte medievale: un gruppo familiare allargato (consortile), ripartito fin dal XIII secolo in quattro rami principali, che oscillò tra la fedeltà ai Savoia e l’omaggio ad altri centri di potere.
Sulla sommità del monte S. Giorgio si trova l’omonima chiesa, la cui esistenza è documentata negli anni intorno al Mille.
A questo periodo riportano i caratteri costruttivi e stilistici dell’edificio a tre navate, terminanti con absidi semicircolari.
Il Borgo
Nel medioevoebbe una vivacità economica, attestata dai documenti. Attorno alla piazza, molto suggestiva, si affacciano palazzi dei Signori di Piossasco, altre case signorili e popolari e la chiesa di San Vito, con annesso monastero (oggi ex canonica) e la Chiesa della Confraternita.
Chiesa di San Vito
Del primitivo impianto romanico (XI secolo), la chiesa conserva l’abside e la parte inferiore del campanile.
L’ampliamento dell’edificio avvenne gradualmente nei secoli e l’assetto quasi definitivo fu raggiunto tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo.
Tra i dipinti degli altari laterali (originariamente dodici, ognuno di proprietà di alcuni membri dei conti di Piossasco, e di altre famiglie nobili), da segnalare una Madonna con Bambino, firmata Zamorra, significativo riferimento alla tradizione caravaggesca piemontese.
La crocifissione del Beaumont, parzialmente distrutta