Un PRIMO LEVI diverso: lo scrittore adolescente a Piossasco

Giorno 2020Piossasco Giorno della Memoria

Sabato 25 Gennaio 2020

L’incontro tra Piossasco e Primo Levi ha sostanzialmente due episodi, momenti.

Il più vicino a noi è quello degli anni Settanta (1973) quando lo scrittore viene a parlare agli studenti delle scuole cittadine.

È già il Levi testimone degli orrori dei campi di stermino, dei suoi interessi scientifici, dello scrittore maturo e riflessivo.

Ma gli anni Venti-Trenta ci restituiscono un’immagine diversa, prolungata legata al suo soggiorno nel nostro paese.

Martinatto

Gianfranco Martinatto Piossasco Giorno Memoria 25 Gennaio 2020

E’ quella di un Primo Levi adolescente in un paese che è meta del turismo fuori porta della città di Torino.

La collina piossaschese, con le ville residenziali ereditate dal suo passato ottocentesco, negli anni venti e trenta, offre ad aristocratici, militari e borghesi, quest’ultimi legati all’imprenditoria e commercio, un angolo ameno per il periodo estivo.

È in questo contesto che troviamo Villa Luzzati. Comprata la vecchia dimora dei Castagneris-Vigna, già dei Cassina, Cesare Luzzati, ebreo di origine casalese, commerciante di tessuti in Torino, nonno materno di Primo la amplia e acquisisce altre proprietà rurali circostanti.

Il tutto in realtà intestate alla moglie Milca Adele della Torre(1910) ebrea di origine alessandrina.

Levi

Fabio Levi Piossasco Giorno Memoria 25 Gennaio 2020

La dimora si staglia nelle cartoline d’epoca alla confluenza tra il Monte S.Giorgio e la collina di S.Valeriano. (uomo tetragono, di poche parole, aveva visto gli orrori del terremoto 1908 in Sicilia e partecipato alla IG.Mondiale)

La conduzione di questa villa viene affidata a Clemente Bruno.

Con questo factotum Cesare Luzzati si diletta nei lavori di campagna trovando lo spirito rurale della sua gioventù casalese.

Il Bruno ha due figli Maria, che spesso scende a Torino per sostituire la tata in casa Levi e un figlio, Luigi, che sposerà Giovanna, la ragazza di origine veneta, a servizio in casa Luzzati, acquistandone l’ampolloso soprannome di La Giovanna du Vigin ‘d Luzzati.  

Primo l’ha inviterà alla presentazione di Se questo è un uomo.

Primo in questo luogo passerà molte estati, un periodo che andava da giugno ai primi di ottobre quando riprendeva la scuola.

Soggiorni

Alcune informazioni sui suoi soggiorni, per inciso, in modo frammentario, sono stati riportati da Jan Thomson nel saggio Primo Levi – una vita, 2007.

In questo ricorda in particolare le ascese sulla vicina montagna, la cattura degli animali lungo il Sangonetto per conservarli e classificarli, presagio dei suoi interessi per le scienze naturali.

La costruzione di un velocipede, da lui denominato nove frutto della sua passione per il meccano che gli avevano regalato e le spericolate discese per collaudarlo lungo via Montegrappa.

Le mascherate autunnali con barbe di barbagli delle pannocchie di Mais.

Le foto lo ritraggono gracile più piccolo della sorella Anna Maria anche se lei era più giovane.

A queste testimonianze possiamo aggiungerne un paio raccolte da Mario Cattelino e ricordate nel libro DA BORGO A PAESE scritto insieme a quattro mani.

La prima è quella di Giovanna Colombaro… la sua famiglia era a mezzadria dai Schaeffer, la villa che confinava con Villa Luzzati.

Lei allora una ragazzina, conversava durante le ore noiose del pascolo attraverso la siepe con questo ragazzo che giocava nel campo e vigna del nonno.

L’altra dello stesso Mario Cattelino che in una estate, sul finire degli anni trenta, con un amico si trovò nella proprietà dei Luzzati.

Un ragazzo li portò in una stanza della villa a vedere gli animali catturati che teneva sotto formalina.

Quello che per loro era solo un compagno di gioco occasionale come confermano i parenti era Primo Levi.

Levi

Fabio Levi Piossasco Giorno Memoria 25 Gennaio 2020

Ricordo

Nel ricordare Primo Levi in questi suoi soggiorni piossaschesi in occasione del Giorno della Memoria, permettetemi, per chiudere un brevissimo accenno ad altre presenze di ebrei in questo luogo oltre ai Luzzati, e Levi di cui abbiamo parlato…

Ricordo Giulio Morpurgo (Lucia la moglie di Primo era una Morpurgo) come ufficiale dell’esercito soggiornò qui in preparazione del I conflitto mondiale (cfr.Guerra, Esilio, Ebraicità, diari di donne nelle guerre, 1996 di Elena Morpurgo, ‎Luisa Zaban, ‎Paola Magnarelli) in località Tiri.

Soprattutto i Diena, famiglia di ebrei di origini carmagnolesi, che furono in affari con i Baudino e gli Oberto (a quest’ultimi cedettero per le conseguenze delle leggi razziali la commercializzazione della marsala all’ uovo) trovarono un appoggio considerevole

Nel periodo del 1943-45, quando con l’occupazione nazifascista, i pericoli si erano moltiplicati, grazie proprio all’interessamento di Emilio Baudino (l’unico che avesse un’auto a Piossasco)  e del teologo Michele Frigeris, alcuni membri della famiglia Diena  trovarono un’ospitalità itinerante (per via invisibile-Alberto Cavaglion,1998) presso piossaschesi di estrazione religiosa, politica diversa…

Parliamo davvero di persone coraggiose che già allora, seppur nella convulsione degli avvenimenti avevano scelto da che parte stare: da quella dei perseguitati, dei giusti.

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