© Copyrigt 2016 -2024 FiloDiStoria Di Gianfranco Martinatto
Privacy PolicyL’Ordito Della Battaglia
La battaglia campale, come la guerra, dopo il suo svolgimento si trasforma in narrazione: scientifica, romantica, artistica, memorialistica.
È l’avvenimento concluso che si protende nel tempo, che racconta se stesso e cerca di sopravvivere.
La battaglia è anche storia di uomini, considerati una massa: reggimento, battaglione, squadrone.
La loro individualità, le personali motivazioni rimangono schiacciati dagli avvenimenti che li coinvolgono.
I soldati sono oggetti collettivi della storia ma non soggetti.
Solo lo sta
tus nobiliare, il rango, il grado, il gesto eroico li strappano dall’anonimato.
Neanche la morte spesso restituisce qualcosa. Le relazioni a posteriori non contemplano negli elenchi tutti i caduti, né a tutti è concesso una degna sepoltura.
Dietro le quinte dell’avvenimento militare c’è non solo una contabilità che contempla tecnologia, strategia ma anche sentimenti, paura, coraggio, eroismo e vigliaccheria, aspetti personali che si condensano in un giorno.
Quando poi individualmente questa partecipazione implica giocarsi la vita,
il pensiero della morte, il rapporto con Dio, con un al di là qualsiasi, diventano temi importanti che la storia dell’avvenimento spesso non ha indagato ma che offrono nei loro mille rivoli aspetti sociali illuminanti.
Il generale filosofo,
i mercenari della guerra, i senza patria alla ricerca di una protezione straniera, i testimoni, descrittori della battaglia, l’intervento del sacro nell’avvenimento e non ultimo la presenza delle donne in uno spazio rigorosamente deputato agli uomini, sono questi gli aspetti dell’ordito di un avvenimento come la battaglia della Marsaglia.
Di fronte troviamo l’immagine degli schieramenti francesi e alleati, dietro le storie personali che ci riconducono lontano ad altri luoghi ad altri scontri e guerre. Il destino di molti nella vittoria e nella sconfitta si gioca però su questi campi.
Anche il territorio soffre e si contamina con l’avvenimento. Il paesaggio cambia: qualcosa scompare, altro rimane a ricordare quanto è successo.
È il trionfo dell’individualità a imporsi al di là del resoconto della storia, di storici che si fanno giudici, che tutto vagliano, esprimendo il loro giudizio su come è andata su come poteva andare, sulle furbizie e su gli errori.
Di colui che riceve gli onori per la vittoria, ed è tutt’uno di una collettività combattente e sofferente la storia personale ha qualcosa da dire.
Forse non voleva trovarsi lì, in quel luogo, in quel ruolo, prigioniero dei tempi, del suo mestiere.
Probabilmente la sua immagine fissata dall’avvenimento non è quella del suo stato d’animo, dalle sue più intime aspirazioni.
Questo groviglio di sensazioni le esprime bene la biografia di Nicolas Catinat, il vincitore della Marsaglia.
Percorrerla non vuol dire dare voce alle supposizioni ma dare un’altra immagine del personaggio.
Al di là della cattedra
Si è fatta sera
Al tramonto ci si chiede e si riflette su come è trascorsa la giornata.
Questo per me non è il tempo della tristezza ma della saudade.
La differenza e labile.
Gli spaccati di vita scolastica qui raccolti sono quasi un bilancio che mostra l’evoluzione della scuola, dai primi decenni del secondo dopo guerra fino all’altro giorno, da cui ho molto ricevuto e a cui ho restituito qualcosa.
Con un po’ di ironia, spiegando come la vita dell’insegnante non sia così piatta, monotona e inutile.
Anzi!
“.. E’ giunto il momento di sciogliere le vele.
Ho combattuto la buona battaglia per e nella scuola, ho terminato la corsa, ho conservato la fede…nella cultura.”
(2 Tim. 4,6-8 anche questo apocrifo!)
Il luogo dei diversi ritorni
Un bambino vi trascorre le estati e nella sonnolenza delle giornate involontariamente raccoglie le storie dei suoi abitanti , contadini ormai marginali nell’ Italia del secondo dopoguerra : Caterina, davanti alle foto di famiglia, racconta della sua migrazione fallita : Miclin, ormai
perso nei suoi deliri, centellina ogni giorno un episodio della sua odissea dalla Gracia all’internamento in Germania; Batistin e il dottore si incontrano dopo anni e il loro dialogo scaturisce la storia d’amore di Janka, montenegrina, e di un soldato italiano.
Oggi il borgo non c’è più, la sua chiesa è diroccata, ma la memoria del luogo continuerà a riecheggiare in queste pagine che cercano di imprigionare e trasmettere la sua magia
Piossasco Da Borgo a Paese
Prendendo spunto dalla ricerca e spoglio dei libri catastali riguardante il suo
territorio, svolta da Mario Cattelino, il saggio segue la trasformazione del luogo da Borgo di antico regime a paese che entra nella contemporaneità.
L’arco cronologico diacronico analizzato va del 1786 al 1922.
Dalla misurazione di GB.Reale del 1786, dalla Carta Antica, dal Libro delle Mappe e dai Registri Colonnari emerge un immagine del paese ottocentesco inesplorata, la cui attenzione degli autori è posta prevalentemente alla geografia fisico-economica.
Castelli, palazzi, vigne e alteni, orti e giardini, coltivi e gerbidi disegnano un paesaggio inedito.
Tuttavia non mancano gli accenni al tessuto sociale: all’antica nobiltà dei Piossasco, dal medioevo incontrastati signori locali, alla nuova, richiamata qui dall’amenità della collina appena fuori porta di Torino.
Ma anche i profili della Chiesa, della nascente borghesia industriale, legata alla produzione di spazzole e liquori, vengono delineati negli aspetti sociologici, nelle tensioni, nelle novità che indubbiamente portano allo svilupparsi della comunità
paesaggi e uomini di piossasco
Piossasco porta visibili sul suo territorio le conseguenze dei radicali mutamenti avvenuti all’interno della prima e seconda cintura di Torino con l’insediamento di grandi complessi industriali.
Uno sviluppo edilizio caotico ha portato al al moltiplicarsi di insediamenti popolari nella pianura e residenziali nella media collina.
Ma proprio nell’aera collinare palazzi, castelli signorili, tracce di mura, chiese, edifici di confraternite e monasteri, nonostante l’incuria degli uomini e i segni del tempo,
testimoniano di un passato degno di ricordo, che fece di Piossasco uno dei feudi più importanti del Piemonte occidentale per tutto il Medioevo e buona parte dell’epoca moderna…
Airasca un borgo di strada
[…] E’ difficile immaginare una comunità, nel nostro caso, Airasca, non collocata in un territorio. Le azioni, le idee, i grandi e piccoli progetti hanno trovato nel tempo in questo concretezza. […]
L’omologazione non piace a nessuno, forse per questo motivo si sente il bisogno di comprendere di guardare al passato, di seguire quella linea di persistenze e congiunture che giunge fino a noi.
Il nobile emigrante
Lettere, diari, autobiografie, carteggi sono un utile strumento per cogliere “lo spettacolo delle attività umane” nel loro dispiegarsi nel tempo e nello spazio.
Nei diari emerge l’esigenza di raccontarsi , nelle biografie il bisogno di fare un bilancio di un periodo o dell’intera vita, nei carteggi prevale la necessità di tenere aperto un dialogo ideale, politico su idee, avvenimenti che coinvolgono entrambi gli interlocutori […]
Il contesto in cui le lettere del Nobile Emigrante vengono prodotte è da inquadrare nelle logiche della famiglia aristocratica, moderna, nelle strategie da questa attivate in chiave conservativa, nella filosofia gerarchico-dinastica in cui alla figura del padre, marito sottostanno moglie e figli per il buon nome del casto.
Bibliografia
Coautore Di :
Piossasco Storia e beni artistici
Un’opera snella che attraverso diversi contributi storiografici e grafici percorre per schede la storia di Piossasco e ne evidenzia le opere storico-artistiche dal basso medioevo ai giorni nostri.
Lavoro in sinergia con Giacomo Morello e Francesco Mottura.
Il Baccano
La storia e il fondo di musica sacra e profana della Banda di Piossasco
Un libro a più mani, dove uno storico, un musicologo, un catalogatore attraverso l’archivio della/e filarmonica locale tracciano la storia sociale del paese, con le sue dinamiche, gerarchie e tensioni dall’Ottocento ai giorni nostri.
Piossasco e Cran-Gevrier
Un libro bilingue italiano-francese, prodotto in occasione del gemellaggio di Piossasco con Cran-Sevrier. Antologia di vari aspetti della vita cittadina dal medioevo agli anni novanta. In questa un mio intervento sulla storia medievale-moderna letta attraverso il paesaggio.
San Vito a Piossasco
Un santo che viene da lontano a cui è dedicata la chiesa parrocchiale matrice di Piossasco, nell’omonimo borgo. Siciliano d’origine, martirizzato in Lucania, venerato in questo angolo di Piemonte, lega idealmente un paese in cui le comunità migranti più numerose provengono da queste regioni del Sud Italia. Santo taumaturgo del Medioevo, le cui reliquie probabilmente sono state portate dai Longobardi, ha rappresentato una figura di riferimento religioso, per la comunità e i pellegrini di passaggio, assieme a S.Antonio Abate, S.Cristoforo, S.Sebastiano.
https://editrice.effata.it/libro/9788874021611/san-vito-a-piossasco/