3/12/2015 Conferenza Marsaglia

PERMETTETEMI una breve premessa e l’invenzione di un brutto neologismo: non sono un MARSAGLIOLOGO. La storia politico-strategica, militare, l’anedottica potrebbe fornirvi innumerevoli particolari, dettagli su questo fatto d’arme, tali da soddisfare le vostre curiosità,

ma questo ha attraversato la storia delle nostre comunità, dei nostri territori, per questo motivo ci e mi interessa e vorrei suggerire una sua lettura da una prospettiva differente dalla mera analisi dello scontro militare.

4 ottobre 1693 la battaglia della Marsaglia

È UN MarsagliaEVENTO per il territorio, per il piccolo ducato sabaudo, per le capitali e corti europee, in particolare per quella francese

MA CHE COS’È UN EVENTO, in particolare un evento storico?

È qualcosa di rapido – Qualcosa che spacca in due la realtà – Che ha un prima e un dopo

Che fa giungere la tensione accumulata in quel preciso momento al suo epilogo

La battaglia in generale per le sue caratteristiche ha tutti i crismi dell’evento

Quella campale, come si ricordano dall’epoca medievale all’ottocento, ancor di più racchiude queste peculiarità.

In quella della Marsaglia, Come in una recita teatrale operistica si contrappongono sullo scenario del territorio tra Piossasco, Volvera e Orbassano, grandi masse armate che rappresentano le principali nazioni europee:

confluendo dalla Valsangone a nord, tra le viti e i campi piossaschesi giungono le truppe francesi,dalla collina dei castelli, come il Laparà ha ben rappresentato, lo stato maggiore transalpino, ha sott’occhio il teatro dello scontro purtroppo trascurato dagli avversari.

Sul lato opposto a nord di Volvera, confluendo dalle marsaglie cumianesi si contrappongono loro le truppe sabaude rinforzate da una internazionale armata, formata dalle uomini delle principali nazioni europee (GB-NL-SP-SW- SRI…)insofferenti nei confronti della potenza francese e delle sue mire espansionistiche………non mancano i battitori liberi come i valdesi che hanno un conto aperto con il re francese dall’abolizione dell’editto di Nantes(1685) e per le successive repressioni

gli attori principali che calcano la scena sono diversi, l’aristocrazia strategico militare europea è confluita qui

il PRINCIPE EUGENIO ne è la sintesi (Vienna 1683, Zenta 1697)

per il suo albero genealogico franco sabaudo, per la sua adozione austriaca, un asceta della guerra, dimesso negli abiti, vita privata ridotta al minimo, qualche amicizia, unico svago il collezionismo, eroe della ciclopica lotta contro l’impero ottomano nei Balcani

dalla stessa tradizione proviene PALFFÌ il rappresentante di una dinastia di militari ungheresi al sevizio degli Asburgo

Il PRINCIPE DI LAGANÈS rappresentante della Spagna, potenza declinante rispetto il nuovo che avanza vedi NL , GB ma sempre carico della tradizione cinquecentesca di Carlo V e Filippo II

e poi ancora IL PADRONE DI CASA VITTORIO AMEDEO II impegnato ad affermare tra i grandi se stesso e a porre le basi di quello stato che da ducato diventerà regno(1713 e poi 1720) e poi successivamente qualcosa di più

Innumerevoli sarebbero i profili da disegnare di condottieri qui confluiti e già il numero è un indicatore di una probabile debolezza marchese di Parrella, il Capara, il Bussy de Rubatin…..fino al nostro GianMichele Piossasco-None

SULL’ALTRO VERSANTE UN UOMO SOLO AL COMANDO NICOLAS CATINAT

un personaggio che deroga da i suoi avversari

la sua nobiltà è di toga (appartiene a una famiglia di giuristi)

poco prima della Marsaglia Luigi XIV lo ha insignito del grado di maresciallo(27/3/1693 l’unico non aristocratico, Chioseul, Villeroy, Joyeuse, Tourville, Noaille, Boufflers) grazie alla vittoria di Staffarla 1690

egli precorre in piccolo la carriera napoleonica, nel senso che gli viene affidato il fronte italiano

secondario rispetto a quello del nord e del bisogno francese di consolidare la frontiera con i paesi germanici

lui non lo sa ma la sera del 4 ottobre la sua carriera che ha raggiunto il suo apogeo comincerà a declinare(Carpi 1701, Alsazia 1702 muore 1712 ancora 19 anni di vita)

personaggio controverso,

Giano bifronte

vituperato in Piemonte, eletto a quinta essenza del male (vedi il suo ruolo nella repressione religiosa)quanto osannato in Francia

( non tanto dal punto di vista militare quanto dal punto di vista della sua esemplarità come cittadino, servitore dello stato) per questa celebrazione in pieno sviluppo dell’Illuminismo si scomodano Voltaire, Rousseau, Malesherbes i padri dell’Enciclopedie

un Cincinnato, serve fin quando non lo dimettono, non frequenta la corte, si ritira a vita privata facendo il fisiocrate ante litteram

in molti tratti assomiglia a principe Eugenio sono due misantropi e anche misogeni

ci sono anche dei coattori che ne avrebbero fatto volentieri a meno (siamo a Piossasco)

Giacomo Furno soldato, Matteo Brero (Campetto) Anna Ambrosio (S.Francesco)

La sorte della battaglia arride ai francesi, al Catinat, l’errore di aver trascurato le alture di Piossasco da parte di V.Amedeo e dei suoi alleati rimbalza in un copia e incolla su tutti i trattati che descrivono la battaglia, una parte di questi saggi storici celebra le bandiere prese, le armi strappate al nemico, l’altra nella sfortuna, il coraggio, il valore, il sacrificio

Una liturgia nota susseguente a innumerevoli avvenimenti guerreschi

Catinat prima di trasferirsi successivamente al castello della Marsaglia dove vergherà lettere e resoconti sul fatto d’arme, trascorrerà la notte seguente la battaglia sullo stesso campo in una tenda, in una inusuale veglia funebre

i suoi soldati il mattino dopo gli faranno trovare attorno conficcate, come in un orto di gloria le bandiere strappate al nemico

incendierà paesi e zizagherà per le pianure piemontesi ancora fino al 1697 . Quando la pace di Ryscwick porrà fine a questa guerra e il Piemonte si toglierà le due spine francesi dal fianco Pinerolo e Casale

L’EVENTO

in sei ore si era concluso lasciando la contabilità dei morti, le campagne e i paesi distrutti perché la logica delle monarchie familiari, dell’epoca moderna, era ben lontana dal preoccuparsi del benessere dei sudditi

L’EVENTO rimane perciò un fatto indelebile nella memoria locale, dell’orizzonte mentale popolare, le leggende(cannone d’oro del tesoro della Marsaglia), le bandiere(che qualcuno sente sventolare), le ombre vaganti nelle nebbie autunnali, il ricordo di transalpini che nell’ottocento venivano ancora a commemorare i loro morti fa parte di tutto questo tessuto culturale lasciato dal fatto d’arme.

MA L’EVENTO RITORNA

12 ottobre 1913 l’azione del comitato per la rievocazione della Marsaglia trova il suo momento culminante nell’inaugurazione della croce granitica, del 220 anni dal fatto d’arme, la data non è di quelle tonde ma il momento è cruciale per l’Europa

siamo a un anno dall’inizio della prima guerra mondiale, la guerra franco-prussiana, nazionalismi e revanscismi accendono la miccia di un conflitto generale devastante

La strada a questo è preparata dalla retorica storica e celebrativa

ALTRI MONUMENTI vengono eretti per celebrare vittorie nazionali

I TEDESCHI celebrano con un monumento, il centenario della vittoria su Napoleone a Lipsia 1913 e la cimentata unità tedesca Nord e Sud

I FRANCESI che ancora si leccano le ferite del 1870 elevano un monumento a Filippo Augusto vincitore su Ottone di Brunwich nella battaglia di Bouvines 27 luglio 1214, (anche allora era domenica come il giorno della Marsaglia) allo scoppio del I^ conflitto mondiale, sono 700 anni dal primo vero scontro tra francesi e tedeschi, i manuali scolastici hanno preparato il terreno a questo…….(A.Dauet, l’ultima lezione…)

E NOI COSA POSSIAMO FARE PER ALIMENTARE IL NOSTRO NAZIONALISMO… avremmo potuto scegliere una vittoria da celebrare ma la Marsaglia offriva in quel momento lo stesso gioco di alleanze, solo in quel momento,

lo sa bene il colonnello del reggg, Schrattambach, Barone Reche rappresentante Austroungarico che suona le corde dell’alleanza di allora( inanellata dal principe Eugenio, però egli glissa sul fatto che il principe sia anche francese)

Lo fa per richiamare la triplice alleanza(1882) e gli accordi in bilico nel 1913.

perchè nel volgere di pochi mesi tutto muta, i Patti segreti di Londra 1915 porteranno l’Italia sulla sponda francese e della triplice intesa(Grey, Cambon, Sonnino, Benckendorff)

LA MARSAGLIA RIENTRA COME EVENTO IN QUESTO CONTESTO NOVECENTESCO

Ora l’evento è ritornato sotto l’aspetto rievocativo, ricreativo, ludico, di un territorio o di territori che cercano un ancoraggio nella storia e nel mondo globalizzato

Le nostre vite sono vissute sempre più lontano, lontano dai nostri paesi è l’ancoraggio ci vuole e l’essere identificati con un fatto storico, con la storia ci rende riconoscibili

la stessa diatriba sul nome della battaglia Marsaglia o Orbassano ci impone una memoria condivisa

Un’Europa che ha dovuto fare due guerre mondiali per sbarazzarsi di una convinzione cioè” quella che l’orgoglio nazionale ha bisogno di affidarsi alla sorte delle armi e cercare nella/e vittorie militari la propria legittimità” e tramontata

Auguriamoci che a lungo la ragione releghi le battaglie nella memoria anche se Gli Stati muscolari e il Dio Marte delle battaglie è sempre pronto a rianimarsi anche purtroppo molto vicino a noi come i conflitti balcanici degli anni ’90 ben ci ammoniscono

Dunque è buona cosa vigilare, Vigilate, quia mare procellosum est diceva S.Colombano nell’Europa già unificata dall’universalismo medievale politico e religioso

e al mare della politica basta poco per incresparsi.

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