1753 La visita fu eseguita dall’arcivescovo Giovanni Battista Roero
Per determinare la disposizione nel tempo e lo sviluppo artistico degli altari all’interno della Chiesa di San Vito a Piossasco (TO)
Fu la prima visita successiva al periodo bellico che tra il XVII e il XVIII secolo colpì duramente la città di Piossasco
Nel 1693 ci fu la battaglia della Marsaglia, durante la quale l’esercito francese del Maresciallo Catinat distrusse gran parte dell’abitato.
La città di Piossasco fu anche coinvolta nella guerra di successione spagnola (1701-13) nella quale il Ducato di Savoia affiancò gli spagnoli nella contesa contro la Francia.
Nel 1753 all’interno della chiesa di San Vito troviamo 12 altari
1° altare: l’altare maggiore
2° altare: altare dell’Immacolata Concezione e di Sant’Antonio da Padova, di proprietà del conte Vittorio Francesco Piossasco.
3° altare: l’altare della Santissima Croce, dei conti Piossasco di Scalenghe.
4° altare: altare dell’Angelo Custode, della famiglia Piossasco di None.
5° altare: l’altare di San Giuseppe, della famiglia Piossasco De Rubeis di Airasca.
6° altare: l’altare di Sant’ Antonio Abate, era retto dai Massari. Il massaio o massaro era durante il medioevo il contadino di un manso, che poteva essere sia di condizione libera che servile. Successivamente in età comunale con il termine massaro si intendeva una molteplicità di cariche pubbliche dedite all’amministrazione economica o finanziaria.
7° altare: l’altare del Santissimo Crocifisso, di cui non è menzionato il patrono. Questo altare venne poi demolito.
8° altare: l’altare di Sant’Orsola, del conte Carlo Piossasco.
9° altare: l’altare della Beata Maria Vergine del Rosario, della omonima Compagnia
10° altare: l’altare della Beata Maria Vergine del Suffragio, della omonima Compagnia.
11° altare: l’altare di San Sebastiano, che apparteneva alla Comunità.
12° altare: l’altare della Beata Maria Vergine dei sette dolori, di proprietà di Gerolamo Furno.
L’altare era in uno stato di totale abbandono e verrà demolito tre anni dopo.
Fornelli (pag. 146)
Carlo Gerolamo Furno ricoprì diverse cariche nel Consiglio della Comunità. Era proprietario della Cascina che ancora oggi si chiama ‘Cascina del Furno’ sulla strada tra Piossasco e Orbassano.
Nella famiglia Furno erano presenti anche dei sacerdoti, come Don Giuseppe Furno, che nel 1676 godeva del beneficio ecclesiastico di S. Croce eretto nella Parrocchiale di San Vito, dove doveva celebrare determinate Messe durante l’anno.
Gli altari erano in mattone (latericium), tranne quelli dedicati all’Immacolata Concezione e a Sant’Antonio da Padova, che erano in legno.
Molti erano carenti di paramenti ed erano arredati con ornamenti appartenenti alla sacrestia della parrocchia.
Al posto degli altari che verranno demoliti verranno posti dei confessionali.
L’altare che apparteneva alla comunità, dedicato a San Sebastiano, erano uno degli altari meglio ornati.
Per l’altare maggiore l’arcivescovo da ordine di sostituire la balaustra in marmo per farne una in marmo e legno e aggiungere dei gradini di marmo.