1826 Visita pastorale compiuta dall’ arcivescovo Colombano Chiaverotti

1508 Prima Visita Pastorale

Per determinare la disposizione nel tempo e lo sviluppo artistico degli altari  all’interno della Chiesa di San Vito a Piossasco (TO)

La visita pastorale venne compiuta dall’ arcivescovo di Torino, Colombano Chiaverotti.

1826 Visita pastorale arcivescovo Colombano Chiaverotti

Mons Colombano Chiaverotti

All’interno della Chiesa di San Vito erano presenti dieci altari.

1° altare: l’altare maggiore

Nella navata sinistra:

2° altare: l’altare dell’Immacolata Concezione, appartenente alla contessa Gabriella, vedova Piossasco None.

3° altare: l’altare della Santa Croce, dei conti Piossasco di Scalenghe.

4° altare: l’altare dell’Angelo Custode, dei Piossasco di None.

5° altare: l’altare dedicato a San Giuseppe e Sant’ Anna, dei Piossasco di Airasca

6° altare: l’altare di Sant’Antonio Abate.

Nella navata destra:

7° altare: l’altare di S. Orsola, dei conti Piossasco de Feis.

8° altare: l’altare della Beata Maria Vergine del Rosario, della omonima Compagnia.

9° altare: l’altare della Beata Maria Vergine del Suffragio, appartenente alla omonima Compagnia.

10° altare: l’altare di San Sebastiano, appartenente alla Comunità, in stato mediocre

Mancano, rispetto al tempo della visita di Mons. Rorengo, gli altari del Santissimo Crocifisso e della Beata Maria Vergine dei Dolori, che furono demoliti per porre al loro posto dei confessionali (erano di patronato privato).

Lo stato degli altari era ottimo tranne l’altare di San Sebastiano, privo di ornamenti, nappe e lapide sacra.

oggi (informazioni prese dalle dispense dell’Associazione Corona Verde di San Vito)

Altari Chiesa san Vito Piossasco

Altari Chiesa san Vito Piossasco

Oggi all’interno della chiesa di San Vito sono presenti otto altari:

  1. altare maggiore: tela raffigurante “Gloria e il trionfo di San Vito”. Presenta il Santo attorniato da una schiera di angeli e nella parte inferiore San Modesto e Santa Crescenzia. Le tre figure sono accompagnate dalla palma del martirio. Un angelo in primo piano sembra quasi uscire dalla tela e mostra al viandante gli strumenti del martirio dei tre santi, mentre gli angeli nel cielo offrono ai martiri una ghirlanda di fiori, una coroncina di alloro ed un’aureola di stelle. I capi dei martiri, infatti, non sono nimbati. Avendo rimosso il quadro per consentirne il restauro (marzo 2004), sul retro dello stesso sono emerse le seguenti annotazioni: Scritta sul telaio di legno: “ICONA SS. MM. VITI MODESTI ET CRESCENTIÆ PATRONORUM DEPICTA ANNO 1780. – APPOSITA DIE 22 MARTII”

Foglietto manoscritto incollato sul telaio: “Quest’Altare formato nell’anno 1704 fu ridotto in miglior forma, cioè arricchito di stucchi, puttini, e di altri ornamenti dorati nell’anno 1772;

e questa imagine rappresentante li SS. patroni e martiri Vito Modesto e Crescenza è stata formata nell’anno 1780 a spese delle compagnie, e comunità e essendo il prezzo del quadro, e cornice alla somma di lt 600.”

L’altare maggiore originariamente era addossato al muro di fondo. Lo spostamento fu

eseguito a metà del 1800 per volere del Vicario Don Giovanni Bernero, per far posto al coro.

L’altare è realizzato in parte in marmo ed in parte in stucco lavorato a finto marmo.

Al disopra, inserita tra volute barocche da cui si irradiano raggi e fregi dorati è posta l’iscrizione dedicatoria: “DOM Vito Patrono, Pietas Plossasci, In bello sacrat, 1704”.

“A San Vito patrono, la pietà dei Piossaschesi, durante la guerra consacra, 1704”.

La scritta ricorda il momento storico in cui i piossaschesi si impegnano in questa committenza.

1704= guerra di successione spagnola

Navata laterale destra:

  1. Altare di Sant’Antonio Abate: dipinto del primo altare raffigurante una “Madonna con Bambino e Santi” del pittore Pietro Agostino Zamorra, membro di una famiglia di pittori originari di Biella. La tela riporta sul bordo inferiore a destra la firma del pittore “Zamorra” e la data “1702”. Nel quadro è ancora leggibile, per quanto attiene ai dati di stile, un

significativo riferimento ai modi della tradizione caravaggesca piemontese. Il dipinto rappresenta la Vergine Maria con il bambino che appare ai santi: Vittorio o Vittore (soldato romano della Legione Tebea, sull’armatura è visibile la Croce Mauriziana), Antonio Abate (tunica marrone con il simbolo del tau, bastone e campanello), Santa Lucia (nell’ombra, regge l’astina con gli occhi simbolo del martirio). La tela è stata restaurata dal Laboratorio di Restauro della Venaria Reale e restituito il 29 ottobre 2010.

  1. Altare della Madonna del Suffragio: altare abbastanza semplice, senza elementi di rilievo.
  2. La Cappella della Madonna del Rosario: la baroccheggiante Cappella della Madonna

del Rosario chiude la navata laterale destra. E’ l’unico altare che non ha per icona un quadro, ma una statua; una statua in legno, lavorata in Val Gardena, chiusa in una nicchia.

La statua è stata donata dal canonico don Giuseppe Fornelli alla chiesa di San Vito nel 1932.

La volta della cappella è decorata da un coro di angeli (cherubini); una coppia di angeli è in maggiore evidenza: uno con stola azzurra e rosario a simboleggiare la Vergine Maria; l’altro con stola bianca a simboleggiare il sudario di Gesù nel momento della resurrezione dal sepolcro. Al centro è raffigurato il Sacro Cuore di Gesù (corona di spine) e il Sacro Cuore di

Maria (la spada).

Navata laterale sinistra:

  1. Altare dell’Immacolata Concezione (o di Sant’Antonio da Padova): E’ conosciuto anche con il nome di “Cappella Gentilizia” in quanto i Conti di Piossasco avevano diritto di essere sepolti nella tomba che si apriva nel pavimento davanti all’altare.L’icona rappresenta la Madonna Immacolata con ai suoi piedi un frate francescano rappresentante Sant’Antonio da Padova, riconoscibile per l’attributo iconografico del giglio bianco. Per questo motivo, l’altare era anche detto di Sant’Antonio da Padova. La rappresentazione della Madonna trae

ispirazione da due brani biblici: Genesi 3,15 (il serpente) e l’Apocalisse 12,1 (la corona di

dodici stelle e la luna). Sulla sinistra un santo martire (San Vittorio) della Legione Tebea (sull’armatura è dipinta la Croce Mauriziana; San Maurizio fu il comandante della Legione Tebea).

  1. Altare del Sacro Cuore di Gesù: L’altare del Sacro Cuore di Gesù, con l’altare della Sacra Famiglia, è uno dei più ricchi sotto il profilo estetico-architettonico. La tela, de pittore Nino Pirlato di Racconigi, rappresenta il Sacro Cuore di Gesù e Santa Margherita Maria Alacoque. La diffusione della devozione al Sacro Cuore di Gesù si ebbe dalle rivelazioni private della visitandina Santa Margherita Maria Alacoque (1647-1690) che insieme a San Claude de la Colombière ne propagarono il culto
  2. Altare della Sacra Famiglia: L’icona collocata sopra l’altare è di un certo Stura, pittore di Torino; si tratta di una interessante composizione pittorica che merita attenzione.
    La tela presenta una duplice valenza iconografica: sull’asse orizzontale la Sacra Famiglia di Nazareth, sull’asse verticale la Santissima Trinità.
  3. Altare del SS Crocifisso: Al primo altare della navata laterale sinistra, si può osservare il dipinto: Tobia e l’Angelo, databile intorno al 1750, attribuito alla cerchia operante nella scuola del Beaumont (Carlo Francesco Beaumont).Il nome dell’altare deriva dal fatto che originariamente vi era collocato il quadro del SS. Crocifisso (ora, dopo l’incendio, in un locale della Chiesa Santi Apostoli). Il dipinto con Tobia e l’Angelo era invece collocato sopra alla porta della sacrestia. Nel quadro si osserva il giovane Tobia, guidato dall’Arcangelo Raffaele, durante il suo viaggio, come narrato nella Bibbia
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