MULINO COMUNALE
Piossasco Memoria storico descrittiva
Non si può fare una memoria di questo edifìcio con i suoi ingegni senza ricordare che Piossasco è attraversato da un corso d’acqua artificiale denominato Sangonetto e da altri minori.
Questo è di origine feudale.
Con buona approssimazione si può far risalire la sua realizzazione al XII-XIII secolo quando i signori locali hanno la forza politica di intraprendere un’opera idraulica di così notevole impegno.
Da questi secoli a Piossasco troviamo lungo le sponde del Sangonetto dei mulini.
Sono strutture di origine signorile detenuti dai consorti del luogo (i Conti di Piossasco) a cui si pagava la decima per macinare, almeno fino agli ultimi decenni del XVII secolo.
Storicamente i mulini documentati sono tre. Il primo di questi è sito sulla sponda destra del Sangonetto, a monte del ponte Borgiattino.
Comunemente detto “Mulin d’Tobia”.
Il secondo sito sulla sponda sinistra, quasi nel centro del paese, è ricordato con il nome degli ultimi proprietari, “Mulin Rufinat”.
Il terzo, il mulino di nostro interesse, è sito alla congiunzione di via del Pellerino e via Riva di Po.
Le denominazioni con cui viene citato nei documenti sono diverse: “Mulin cumunal, Molino Inferiore, Molino del Pellerino”.
La sua attività si è protratta per secoli fino gli anni Settanta dello scorso secolo.
Ha funzionato fino alla metà degli anni Trenta ad esclusiva energia idraulica.
Con l’introduzione dell’ energia elettrica, negli ultimi decenni della sua attività, il vecchio sistema a macine venne affiancato da uno più moderno a rulli (della ditta: Società Anonima Meccanica Bombarda di Monza).
L’edifìcio del mulino ha subìto nel tempo diversi rifacimenti.
MEMORIA STORICA DELLA COSTRUZIONE
1) Memorie generiche di riferimenti ad acque e mulini si possono rintracciare in compromessi, sentenze, dichiarazioni, patenti, investiture ricevute dai Conti di Piossasco a cui appartenevano queste terre e loro pertinenze: anni 1247-1249-1302-1334-1360-1363-1441-1483……….
2) L’atto più antico della derivazione del canale artificiale del Sangonetto che alimenta anche il mulino risale al 30/9/1348 Es. n°3742 “…seuper locum bealerìae consuetae ad molendina, baptìtoria…”,
3) Consegnamento 18/12/1574, n0 2566 ” ….tré ruote da Molino con suoi ediflzj, ai quali coerenziano, cioè al primo Michele Ferrero, ed il Sangonetto…”,
4) Consegnamento 13/10/1575, n° 2622 vedi sopra ,
5) Consegnamento 14/5/1578, n°2586-2589 “…Più per loro parte di tre molini nella villa di Piosasco…… e altro nelli fìni di Piosasco sotto detta al Molino inferiore”,
6) Dello stesso tenore altri documenti del 1582-1603-1605-1734-1780…
7) Atto di vendita al comune di Piossasco del detto molino denominato ” Molino inferiore” da parte dei fratelli Eugenio e Delfina entrambi dei conti Piossasco-Beinasco 11/12/1877.
Il comune la spunta sul Consorzio delle Acque Potabili di Torino che intendeva subentrare, con il possesso del mulino, ai detti conti sui diritti feudali sulla acque del Sangone da dove era derivata la bealera locale del Sangonetto.
8) Regolamento delle acque 27/5/1897 si parla genericamente degli edifici siti lungo il Sangonetto.
STRUTTURA DELL’EDIFICIO E DEGLI INGEGNI
A) La struttura è divisa in due dalla strada, su quest’ultima si mettevano in colonna i carri.
L’edifìcio si sviluppa in diverse parti: sulla destra, percorrendo via del Pellerino verso est, si trovava l’abitazione e il mulino vero e proprio; sulla sinistra un porticato, una stalla con fienile e porcilaia. Era consuetudine che il mugnaio con gli scarti delle granaglie allevasse bovini e suini.
Lo sviluppo dell’edifìcio secondo i volumi attuali si fa risalire all’inizio del XIX secolo o poco più addietro.
Testimonianza dei vari fabbricati annessi al mulino si trova nella deposizione dell’affittavolo Bruno Andrea(20/03/1878) in occasione della vendita del mulino al comune di Piossasco.
B) L’ingegno di macina era composto da:
1) due ruote idrauliche in parallelo disassate con alimentazione a doppio canale
2) tre piani di lavoro: terreno, ponte macine, primo piano
3) due porte di accesso: una di scarico sotto il porticato e una di carico sul lato di via Riva da Po
4) una ruota a cassetta per elevare le granaglie
5) n° 3 paratie al primo piano
6) n°2 tramogge
7) n° 2 macine con parte fìssa e parte mobile
8) madia di raccolta
9) sollevatore
10) staccio di setacciamento
11) rulli di ghisa
I materiali più antichi sono lignei e di cuoio; di metallo i più recenti.
Gran parte di questi particolari sono ancora presenti seppur in cattivo stato di conservazione e degrado.
Da menzionare sono i risvolti proto-industriali del mulino.
Le sue ruote facevano funzionare non solo le macine ma permettevano anche alle piste da noci (produzione d’olio) da riso(sbramatura) ai battitori di canapa (produzione di tessuti), di rusca (produzione di polvere di corteccia per concia delle pelli) di svolgere la loro attività.
Poco più a valle a formar un unico complesso produttivo era sita la fucina di ferro che utilizzava l’acqua proveniente dal canale del mulino.
Come si può comprendere, l’asse del Sangonetto permise lo sviluppo di alcune delle prime attività non agricole dii Piossasco.
In modo particolare il mulino feudale e poi comunale di via del Pellerino, fu nei secoli, fino quasi ai nostri giorni, uno dei centri della vita del paese